Novembre 2023: per il Consorzio Sinergia Verde inizia un’esperienza che si preannuncia estremamente interessante e che vedrà dal 24 novembre al 5 dicembre il nostro gruppo presente all’Avana per partecipare al workshop “Paesaggi Resilienti” indetto dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze per il restauro della Facultad de Arte Teatral, facente parte delle Escuelas de Arte (ISA) di Cuba.
Il dialogo con le Università
La nostra presenza al workshop “Paesaggi Resilienti” si colloca in una più ampia dinamica di dialogo tra le due Università coinvolte (UNIFI e ISA). Il tentativo è quello di coinvolgere nelle operazioni di restauro e conservazione non solo gli edifici, ma anche l’ambiente naturale nel quale sono inseriti. Le Esculeas de Arte sono state infatti realizzate negli anni Sessanta del XIX secolo in un campo da golf, che durante la rivoluzione degli anni ’50 fu espropriato alla proprietà americana per divenire un grande giardino ad uso degli studenti.
Per noi operatori del settore le tematiche ambientali sono di grande interesse. Il nostro impegno, infatti, è anche quello di promuovere una presa di coscienza riguardo all’insostenibilità di alcune tecniche operative che, ancora oggi, sono presenti nel mondo del verde ornamentale. Si pensi, ad esempio, alle intramontabili capitozzature per quel che riguarda il mondo dell’arboricoltura. Oppure al verde intensivo che pervade ancora molti progetti di giardini più o meno grandi, per guardare invece al mondo del giardinaggio.
Un’opportunità di conoscenza tecnica e umana
Il nostro ruolo è quello di raccontare le nostre esperienze di giardinieri e di arboricoltori italiani e confrontarci con quelle maturate in ambiente tropicale con gli addetti al settore. Inoltre, reputiamo importante l’instaurazione di un dialogo diretto e costruttivo con i migliori architetti e paesaggisti del vecchio e del nuovo mondo. Lo scopo? Trasmettere la nostra passione per il verde ornamentale.
Da questo scambio nasce un’opportunità di conoscenza tecnica e umana per noi irrinunciabile. Con questo viaggio ci mettiamo, come sempre, in gioco.
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Giorno 1 del Workshop "Paesaggi Resilienti"
I nostri primi due giorni di Workshop sono stati caratterizzati, oltre che dal sole e dal caldo, dalla scoperta della complessità che si cela dietro alla storia del Parco dell’Isa (Universidad de Las Artes).
La giornata comincia con la presentazione del Workshop “Paesaggi Resilienti” e i ringraziamenti fatti alla Facoltà di Architettura di Firenze, all’Università cubana e al Prof. Alessandro Merlo. Architetto, responsabile del progetto di restauro della Scuola di Arti Drammatiche della facoltà dell’Isa, Merlo ha coinvolto il Consorzio fin dall’inizio nella progettazione dell’evento.
Sono stati poi posti i concetti chiave per lo svolgersi del corso, definendo i concetti di Paesaggio e di Architettura paesaggistica e descrivendone la complessità. C’è stato inoltre spazio per la conoscenza tra i diversi partecipanti al workshop. Si sono presentate la Professoressa Lambertini e la Dottoressa Eleonora Giannini, del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. La Professoressa Larisa Castillo Rodriguez, prima ospite del workshop, Architetta, direttrice del Giardino botanico dell’Avana, ci ha subito impressionato per la sua grande cultura sulla vegetazione autoctona e aliena di Cuba e ci ha introdotti a un argomento caro anche a noi. Partendo da un approfondimento sulla vegetazione cubana, ha sollevato la questione dell’influenza della globalizzazione sulle specie autoctone.
Il pomeriggio nel Parco dell’ISA
Nel pomeriggio ci siamo spostati attraverso il grande Parco dell’ISA. 52 ettari recuperati da un campo da golf, che ospita i 6 padiglioni universitari e il grande rettorato centrale.
I rapporti tra lo spazio che ospita i padiglioni e il rettorato e il costruito sono difficili da spiegare. Il paesaggio avveniristico che si è aperto ai nostri occhi ha, in effetti, un carattere difficile da descrivere e da comprendere, in quanto la storia che lo ha prima pensato, poi costruito e infine, portato fino a noi, è stata tutt’altro che lineare. Le sensazioni che ci hanno trasmesso sono state diverse, tra esse soprattutto un senso di stupore e ammirazione.
Giorno 2: Saper unire Tecnica e Fantasia
Osservare, esplorare, disegnare.
Sono questi i tre concetti che nel secondo giorno di Workshop abbiamo visto esposti e analizzati.
La preparazione tecnica, la ricerca storica e la sensibilità personale hanno un ruolo predominante. Sono aspetti che consentono di affrontare questioni e problematiche in maniera differenziata, in un approccio che definiremmo multidisciplinare.
In merito a questo, la seconda ospite cubana, Dott.ssa Liamnisbel Hernandez Pena ci ha guidato nell’analisi delle applicazioni tecnologiche utilizzate per poter contribuire all’elaborazione dei progetti (come i rilievi satellitari e gli sviluppi su Cad). Il secondo ospite, il Dott. Ricardo Remond Noa, ci ha introdotto al possibile uso di analisi satellitari per capire meglio gli ambienti e trovare soluzioni alle criticità dell’impronta antropica sui sistemi naturali. In conclusione, il doppio binario che lega la fantasia alla tecnologia è indispensabile per poter arrivare ad un buon progetto di paesaggio.
Una serata all’insegna della musica
La seconda giornata del workshop si conclude all’insegna della musica. Nello sfondo caratteristico del bar universitario, oltre ai tanti studenti, incontriamo tre musicisti, ospiti a loro volta, che ci invitano al loro concerto serale. Cuba si rivela, anche fuori dalle mura universitarie, un luogo di grande generosità e apertura.
Lo scambio di tante esperienze che si incrociano sono di sicuro un punto imprescindibile della crescita culturale.
Viva Cuba!
Giorno 3: Complessità e storia
Una giornata all’insegna della complessità e dell’evoluzione del paesaggio. La mattina la trascorriamo immersi nella storia della struttura dell’Isa. Veniamo trasportati dai racconti dell’architetta e professoressa Carla Gonzalez Paneca che ci illustra gli intrecci che danno come risultato il presente.
Il primo pomeriggio ha funto da introduzione alla parte pratica su cui ci siamo messi in gioco e in cui abbiamo messo a disposizione le nostre competenze. Abbiamo fatto un giro esplorativo del Parco, comprese le zone interdette, mappandone le peculiarità.
Nel pomeriggio con la Prof. Anna Lambertini e la Prof. Eleonora Giannini abbiamo approfondito quanto osservato e mappato in precedenza. Infine abbiamo avviato un’analisi di quanto visto con la creazione di una mappa riepilogativa che ha incluso i vari aspetti.
Giorno 4: visita al Jardin Botanico Nacional
Il workshop “Paesaggi resilienti” si avvia verso la conclusione.
La mattina un bus ci ha condotti al Jardin Botanico Nacional, a 30 minuti dall’Havana. Lì siamo stati accolti dall’architetto Larisa Castillo Rodríguez che ci ha introdotto alla storia del giardino (di circa 600ha voluti fortemente da Fidel Castro).
Nel Jardin sono presenti numerose specie della flora cubana ma anche specie più in generale delle zone tropicali. Uno spettacolo che ci ha lasciati a bocca aperta.
Tornati all’ISA, dopo aver pranzato, giunge finalmente il momento del nostro intervento all’interno del Workshop. Abbiamo avuto modo di presentarci meglio ai corsisti con i quali avevamo già condiviso lezioni e esperienze. Stavolta, grazie alla forza delle immagini di alcune presentazioni PowerPoint, abbiamo illustrato la nostra identità, raccontato la nostra esperienza e approfondito, in particolare, il modo in cui interveniamo nella realizzazione di un progetto. Abbiamo poi definito meglio in cosa consiste la nostra attività di giardinieri e di arboricoltori. I riscontri da parte degli studenti sono stati molto positivi e per questo ci siamo ritenuti molto soddisfatti.
La giornata si è conclusa con l’esposizione da parte dei corsisti delle loro mappe dell’ISA e in particolare i punti in cui sono state riscontrate delle criticità.
Giorno 5: ultimo giorno del Workshop "Paesaggi Resilienti"
L’ultimo giorno del workshop ha il suo inizio con il proseguimento dell’esposizione da parte degli studenti delle presentazioni riguardanti criticità presenti all’interno del parco dell’ISA e le loro proposte di eventuali soluzioni.
Hanno poi preso parola le professoresse Anna Lambertini e Eleonora Giannini per fare un punto, unendo tutti i progetti dei corsisti in una mappa dell’ISA e nominando le varie zone del parco per un progetto di manutenzione e gestione del verde.
La giornata si è conclusa con l’esposizione dei risultati di fronte al responsabile italiano del progetto “Qué no baje el telón”, il Prof. Alessandro Merlo e al rettore dell’ISA. Alla fine sono stati consegnati gli attestati di partecipazione al workshop, creati in collaborazione tra l’Università di Firenze e dell’ISA.
Conclusioni: connessioni transdisciplinari tra mondo accademico e artigianato
Ecco, quindi, che l’esperienza cubana si è conclusa in maniera costruttiva per i partecipanti al Workshop organizzato dal prof. Alessandro Merlo della Scuola di Architettura di Firenze.
È grazie, infatti, alla sua capacità di cogliere connessioni transdisciplinari tra il mondo accademico e quello dell’artigianato del saper fare/costruire il verde che è nata una proposta di collaborazione-formazione. E, come Consorzio, abbiamo saputo recepirla e portarla a buon fine.
La partecipazione al Workshop “Paesaggi resilienti” è andata maturando dalla primavera scorsa. Un’esperienza che ha accolto tutti coloro che hanno voluto avvicinarsi nella sua valutazione con l’intento di comprenderne il valore.
È stata una lunga gestazione che ha giustamente conosciuto varie fasi organizzative da un punto di vista logistico e creativo.
L’arricchimento e il confronto sul campo
Infine, la partenza e l’arricchimento sul campo nato dal confronto con le nostre referenti italiane: la professoressa Anna Lambertini e la dott.ssa Eleonora Giannini. Le paesaggiste della Scuola di Architettura di Firenze, infatti, ci hanno raccontato i meccanismi che presiedono alla progettazione di un parco o di un giardino.
Attraverso i tanti interventi cubani, con focus sulle nuove tecnologie progettuali, ci siamo resi più consapevoli di dove, chi vuol far giardini, debba necessariamente dirigersi. Ai professionisti del verde è, infatti, richiesto un sempre maggiore approfondimento tecnico e critico, frutto di letture storiche degli eventi riguardanti il giardinaggio, al fine di inserire i nostri progetti in un contesto territoriale e paesaggistico coerente.
Altro punto degno di nota. Vedere e poter partecipare a uno scambio intellettuale e umano inusuale con il mondo accademico fiorentino e cubano, con la voglia di apprendere e di portare il nostro bagaglio di saperi e di esperienze maturati nei nostri cantieri.
Cosa ci portiamo a casa del Workshop "Paesaggi Resilienti"
Per finire, riassumiamo quanto esperito con la parola ‘dialogo’.
Questo il concetto che emerge con forza nitida da questi densissimi 11 giorni trascorsi a Cuba. Quando alla base di un’esperienza c’è la volontà di ascoltare, di capire e di raccontare, i risultati devono essere per forza buoni, comunque vadano le cose. Vedremo se questi semi germineranno.
D’altronde, l’unica cosa che un giardiniere può fare, se vuol far crescere un prato, è seminarlo e poi aspettare la stagione giusta per appurare se i suoi sforzi hanno dato buoni frutti. Quindi aspettiamo e vediamo, e prepariamoci a un’altra esperienza, professionale e umana.
Grazie a tutti!
Ringraziamenti
Ed eccoci giunti alla fine di questa esperienza cubana creata dall’incontro del Consorzio con il Professor Alessandro Merlo del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. In qualità di responsabile del progetto di restauro sostenuto dal DIDA per la Scuola di Arte Drammatica dell’ISA (Istituto Superiore delle Arti) dell’Avana, ci ha permesso di partecipare a un’esperienza densa di contenuti formativi. A lui va il nostro ringraziamento per la fiducia riposta nel Consorzio. Grazie per il sostegno e per la capacità di andare oltre gli ostacoli, che nei lunghi mesi preparativi non sono mancati.
Ringraziamo la Professoressa Anna Lambertini e la Dottoressa Eleonora Giannini per le preziose lezioni sulla progettazione paesaggistica e per la loro disponibilità a condividere con Sinergia Verde la messa a punto del Workshop nelle sue battute finali. Senza il prezioso confronto con loro il risultato positivo ottenuto dal nostro contributo non sarebbe stato così scontato.
Siamo grati all'Università delle Arti
per averci accolto e ospitato e per averci dato modo di assistere alle interessanti lezioni del personale docente cubano. Sono state illuminanti rispetto agli aspetti più tecnici dell’iter progettuale. Un particolare ringraziamento va all’Arch. Larisa Castillo Rodriguez, alla Dottoressa Carla Gonzales Paneca, all’Ing. Liamnisbel Hernandez Peña e al Dott. Ricardo Remond Noa.
Parimenti ringraziamo il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze per aver permesso la realizzazione del Workshop che ci ha visto coinvolti e che ci rende orgogliosi dei risultati raggiunti.
Compagni di viaggio, vicini e lontani
Un caro saluto va ai nostri compagni di viaggio, Sergio e Saverio. Grazie davvero per i bei momenti trascorsi insieme durante queste giornate cubane. Perché la condivisione e la convivialità sono elementi imprescindibili per la crescita umana e professionale e il Consorzio, in questo, crede profondamente.
Salutiamo poi tutti i compagni di corso e, in particolare, Ilse Hernandez Sariol fotografa e documentarista, Osmany Bout Nodarse guida ambientale e infine Silvia Sáez Arango prof. di rappresentazione dell’ISA.
Un dovuto plauso anche alla compagnia teatrale “Impulso Teatro” che ha riadattato lo spettacolo teatrale Gran Glassé de ‘Gli Omini’ e ci fatto passare due serate fuori schema in pieno clima festoso cubano.
I nostri collaboratori
Nota 1
Grazie ad Armando per la sua amicizia, per la sua impeccabile organizzazione e la sua capacità di risolvere ogni tipo di problema logistico. Un caro saluto anche al piccolo Aaron!
Grazie a Leandro e Davidito per averci accompagnato tutti i giorni con le loro splendide auto.
Grazie anche a Noemi, per il supporto nel montaggio dei materiali e per la proattività nella pubblicazione sui social. Strumenti indispensabili per il racconto della nostra esperienza.
Infine, ringraziamo Tenuta Casenuove (Panzano in Chianti, Fi), Villa Medusa (Camaiore, Lu), il Sig. Vannetti (Sambuca, Fi), Tenuta Corte D’Aibo (Valsamoggia, Mo). Un grazie per i materiali fotografici messi a disposizione. Ci hanno permessodi illustrare le buone pratiche manutentive e realizzative durante la lezione tenuta all’Isa.
Grazie a Matilde D’Oriano, paesaggista e progettista di tanti dei nostri lavori, per aver messo a disposizione il suo archivio fotografico per le foto sul giardinaggio utilizzate nel corso.
Abbiamo composto queste conclusioni con dei saluti rivolti a tutti i partecipanti, a vario titolo, a questa esperienza caraibica. Non abbiamo ancora ringraziato il Consorzio per il sostegno che ci ha riconosciuto e per la fiducia che ci ha dato, ma lo facciamo adesso. Lo stesso vale per le famiglie dei consorziati che hanno accettato di sostenere i loro nuovi Odissei in questo lungo viaggio. Grazie davvero di cuore.
Una rete di suggestioni
Per terminare vi vogliamo raccontare la ragione per cui abbiamo composto i nostri saluti e ringraziamenti con i video del concerto che Zucchero ha tenuto nel 2012 all’Avana. Il motivo risiede nel fatto che tale evento ha avuto luogo proprio nel grande parco dell’ISA e ci sembrava pertanto importante creare una rete di suggestioni, intrecciando la nostra esperienza conoscitiva con i luoghi, la musica e, di rimando, l’arte.
Abbiamo infatti citato anche un’artista cubana di prestigio, Susanna Pilar, che grazie alla Galleria di Arte Continua, ha esposto nella Tenuta di Casenuove, a Panzano in Chianti, le sue opere.
Un ulteriore rimando riguarda alcune diapositive del corso, che sono state scattate a Villa Medusa, costruita negli anni ’50 in Italia, proprio come l’ISA a Cuba, entrambe appartenenti alla corrente dell’Architettura Organica. Esistono quindi dei legami invisibili che vanno valorizzati perché ci fanno sentire non lontani, non estranei, non ostili, ma fratelli.
Nota 2
I ringraziamenti personali dello scrivente vanno ai tre partecipanti a questo viaggio. Mi torna in mente la statua di Sancio Panza, in una piazzetta dell’Havana, in groppa al suo asinello. Forse la nostra piccola impresa può per certi versi essere (con tanta umiltà) affiancata alle più celeberrime imprese del cavaliere della Mancia e del suo scudiero. Voglio dire che alla fine, oltre al valore tecnico, l’impresa è da premiare in quanto affrontata, a vario titolo e contro ogni previsione, da sognatori! Grazie a Lapo, Roberto, Giovanni per averci creduto sino in fondo, ce n’era bisogno.
Grazie davvero a tutti per la fiducia e alla prossima avventura!
Consorzio Sinergia Verde